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Marco e il suo grazie a pieni polmoni

Anni dopo il trapianto di polmoni presso il Policlinico di Milano, Marco ha voluto raccontare ciò che è cambiato, grazie al gesto altruistico e solidale di un donatore: la sua storia personale, la sua rinascita, del suo legame indelebile alle tante, tantissime, persone che con un gesto, una scelta o con il proprio lavoro quotidiano, hanno saputo e potuto cambiare il suo mondo e la sua vita.

“Tutto era perduto, perché a volte la vita ti toglie il respiro. Letteralmente. Ma poi è tornato il sole e il cielo azzurro, come quello di questa mattina, esattamente cinque anni fa. Lo potevo vedere solo da sdraiato quel giorno, su di una barella mentre mi portavano in sala operatoria, ma in cinque anni tutto è cambiato, tutto è rinato. E devo la mia nuova vita ad un gesto, a una scelta e a un mondo in cui, nonostante tutto, ci sono ancora persone che scelgono di donare in modo gratuito. E cambiano il mondo. Letteralmente.

Per me il 16 aprile 2013 è ripartito il mondo e sono ritornato a vivere con due polmoni nuovi. E più dei numeri conta la gioia di tutti i respiri finalmente autonomi, i passi fatti, le salite, le discese, le scale (!), la sorpresa di un fiore sbocciato fuori dalla porta, i colori di un tramonto che ti sorprende alla fine di una dura giornata di lavoro, il mare che ti bagna i piedi e la montagna che ti ricorda quanto sei piccolo, le persone incontrate, il tempo e le risate con gli amici, le esperienze vissute e che ti fanno crescere, l’affetto e l’amore ricevuto (tanto), l’affetto e l’amore che ho potuto dare, le parole scritte e quelle dette senza interrompermi per riprendere fiato… E soprattutto conta avere questa certezza nel cuore: che c’è ancora un mondo, là fuori, che sceglie la vita. Persone che cambiano ogni giorno il mondo, con un gesto, con una scelta… ma anche con il proprio lavoro, con il proprio tempo libero o solo con un sorriso… E io in questi anni ne ho incrociate davvero tante, una mi ha ridonato il respiro e tantissime altre hanno determinato e influenzano il ritmo di questo mio respiro -meraviglioso- ogni giorno.
Grazie, prima di tutto, alle eccellenze che meriterebbero molta molta più attenzione. Grazie a tutto il personale del Policlinico di Milano che mi ha assistito e continua ad assistermi in questa mia rinascita: medici, infermieri, fisioterapisti, tecnici, operatori sanitari, soccorritori, e anche amministrativi e religiosi. Grazie alla straordinaria équipe del Prof. Santambrogio e a tutto il reparto di Chirurgia toracica e dei trapianti di polmone, al blocco operatorio e alla rianimazione Zonda e alla rianimazione Vecla.
Grazie all’Ambulatorio Trapianti di Polmone e al reparto di Broncopneumologia diretta dal Prof. Blasi che mi seguono con grande affetto e professionalità. Grazie agli altri reparti del Policlinico e alle altre strutture che si sono prese cura di me: l’Inrca di Casatenovo e la Fondazione Maugeri di Milano. Un grazie speciale agli Ospedali di Busto, Gallarate e Varese. E alla Croce Rossa e ai suoi volontari. Un grazie anche a tutti i medici, infermieri, tecnici e impiegati che lavorano alla regia di ogni trapianto, che si prendono cura dei donatori e che fanno parte di tutta la straordinaria rete dei trapianti che, come una grande squadra, respira all’unisono. Grazie agli amici del NIT program. Un grazie di cuore anche a tutte le persone che mi hanno donato il loro affetto e a tutti i miei amici. Un grazie a chi mi è accanto da sempre e a tutti quelli che la vita mi ha fatto incontrare nei momenti gioiosi (grazie a Solbiate, la cui Biblioteca prima di essere un luogo fisico è stata un incrocio magico di persone e storie) e in quelli più duri. Grazie a tutto il Gruppo T.P.P.M. Trapiantati di Polmone al Policlinico di Milano, agli amici Scalatori e dell’Unione Trapiantati Polmone di Padova. Grazie alla Fondazione Oxiamo. Un grazie dal profondo del mio cuore ai miei parenti (soprattutto ai miei cugini) e alla mia famiglia (ai miei genitori che sono la mia straordinaria forza e la mia fonte di ispirazione, senza i quali nulla sarebbe mai stato possibile). Per quanto mi riguarda mi auguro di poter avere sempre, come scrisse Pessoa, “lo stupore essenziale/che avrebbe un bambino se, nel nascere,/si accorgesse che è nato davvero…/Mi sento nascere a ogni momento/per l’eterna novità del Mondo…” e di poter trovare il modo per poter ricambiare almeno in parte questo dono meraviglioso e straordinario che ho avuto il privilegio di ricevere.

Infine il ringraziamento più importante in un giorno come questo: un grazie all’angelo (e alla sua famiglia) che mi ha donato ali nuove, a tutti i donatori e a tutti coloro che si adoperano ogni giorno per diffondere la cultura della donazione degli organi. Grazie ancora a chi decide di donare la vita e di cambiare il mondo, con una firma e una scelta importante, o ogni giorno, con il proprio lavoro, con il tempo libero, con l’effetto o anche solo con un sorriso”.

Grazie a te, Marco, e grazie ad Aido per il lavoro quotidiano e per aver racconto questa importante testimonianza

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